La strage di Beslan

Sedici anni fa, ai primi di settembre del 2004, nella scuola elementare della città russa di Beslan, degli estremisti islamici della Cecenia sequestrarono 1200 ostaggi. Morirono 333 ostaggi, di cui 186 bambini, e ne furono feriti 783.

Russia, Ossezia del Nord, primo settembre 2004. Nella città di Beslan i bambini, accompagnati dai genitori, onoravano l’apertura dell’anno scolastico con una grande cerimonia, portando un fiore ai piccoli compagni che si apprestavano a frequentare l’ultimo anno. Nella Scuola Numero Uno della città del Caucaso erano presenti 1200 persone tra bambini, genitori, parenti e insegnanti. Alle 9:30 si udì uno sparo, poi un altro e infine una lunga raffica di mitra. Un gruppo di separatisti ceceni aveva circondato e minato la scuola. Nessuno poteva lasciare l’edificio e 1200 persone erano nelle mani dei terroristi. Per tre giorni fu un assedio. Mentre i confini della scuola erano diventati delle trincee, per tre giorni le forze speciali russe assediarono il baluardo con carri armati, lanciagranate e lanciafiamme.

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Fu l’inizio del massacro. Mentre i russi dall’esterno sparavano per creare un punto d’ingresso, gli ostaggi venivano ammassati nella palestra e uccisi con colpi di pistola e candelotti d’esplosivo. Nel pomeriggio del 3 settembre i ceceni decisero di permettere a quattro medici l’ingresso nella scuola, per rimuovere i corpi dei deceduti. Appena questi entrarono, i terroristi aprirono il fuoco e due grossi ordigni esplosero per sbaglio, facendo crollare parte del muro della palestra. Gli ostaggi tentarono di scappare, approfittando di quella grande breccia che aveva squarciato l’edificio. Di corsa conquistarono l’esterno, insanguinati e nudi, mentre i loro vestiti venivano abbandonati in quel che restava della palestra, tolti due giorni per il troppo caldo.

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Si laceravano i piedi, mentre scalzi correvano sui vetri rotti e le macerie per sfuggire ai terroristi che sparavano. Anche i russi sparavano e gli ostaggi si trovavano tra due fuochi: i mitra dei ceceni e le cannonate dei russi. Morirono 333 ostaggi, di cui 186 bambini, e ne furono feriti 783. Nell’aprile del 2017 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Russia per le negligenze nell’assedio della scuola. Secondo la Corte, l’uso di armi pesanti ha contribuito a fare vittime tra gli ostaggi e ha violato il loro diritto alla vita.

Vittorio Scacco

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