Un libro al giorno: Le origini del nazismo di Adolf Hitler

Il nazionalsocialismo di Adolf Hitler ebbe una grande intuizione: la propaganda. Essa fomentò le emozioni, le paure e le insicurezze di un popolo in piena crisi identitaria ed economica, portandolo fuori dalla realtà e trascinandolo nell’abisso più buio della sua storia e di quella dell’intera Europa.

Le ideologie e gli effetti del totalitarismo non solo hanno segnato le sorti di intere popolazioni, ma addirittura concorrono ancora oggi a costruire in modo significativo lo scenario politico presente e futuro dell’intera umanità. Per tutto il Novecento, in tempi e in modi diversi, numerosi autori hanno prodotto e sviluppato svariate teorie, ricerche ed ipotesi su tale fenomeno. Per il vero non esiste una visione armonica e ordinata dei diversi contributi sul tema, tanto che, dopo un centinaio d’anni, ancora il dibattito tra gli storici è acceso.

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Le teorie e i modelli concettuali che tratteremo in questo libro, e in particolare l’analisi concettuale di Hanna Arendt, non sono da considerarsi paradigmi indiscutibili o verità assolute, ma solo tracce che consentono comunque di capire il fenomeno da prospettive differenti. È importante comprendere il fenomeno del totalitarismo in generale e del nazismo in particolare, poiché per capire noi stessi e il nostro presente non possiamo prescindere delle nostre radici, dalla storia – anche quella più oscura – delle nostre famiglie e delle generazioni che ci hanno preceduto e consegnato i valori e la cultura che ora ci guidano. E, questa nostra storia, soprattutto quando si rivela essere più tetra, scomoda e ingombrante, va capita, per celebrare l’unico elemento che consenta alla società civile di crescere e progredire: la conoscenza.

Massimo Piludu

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Le origini del nazismo di Adolf Hitler