Un libro al giorno: Il Caffè Gambrinus di Napoli e la cacarella di Giacomo Leopardi

Sull’«Omnibus» del 28 gennaio 1939 Alberto Savinio scrisse che Leopardi morì a Napoli a causa di una forte dissenteria, nella città partenopea chiamata ‘a cacarella. Fu il pretesto col quale Mussolini soppresse la rivista.

Il 28 marzo 1937, data storica per il giornalismo italiano, usciva in edicola, con data 3 aprile, il primo numero di «Omnibus», settimanale di attualità politica e letteraria. Ideato e diretto da Leo Longanesi, primo giornale ad essere stampato a rotocalco e innovatore di tutta la stampa italiana, era composto da sedici paginone, grandi fotografie e le migliori firme della letteratura e del giornalismo degli anni Trenta, sia italiane che straniere. «Omnibus» nacque per volere di Mussolini come giornale di propaganda, ma Longanesi, mussoliniano della prima ora ma non fascista, lo trasformò nell’organo ufficiale della fronda al regime.

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Il carattere corbellatore del suo direttore si respirava ad ogni pagina, maniacalmente disegnata e curata da colui che fu il punto di riferimento del neologismo “stile longanesiano”. Longanesi era fascista con gli antifascisti e antifascista coi fascisti. Dopo ogni uscita settimanale, «Omnibus» rischiava il sequestro o la soppressione, dato che Longanesi non era solito concedere lusinghe e adulazioni al regime. Era lui, dopo i periodici e consueti richiami del Min.Cul.Pop. ad andare dal duce, per pregarlo di non chiudere la rivista. «Omnibus» durò un anno e mezzo. L’ultimo numero uscì il 28 gennaio 1939 e ospitava un articolo di Alberto Savinio, intitolato “Il sorbetto di Leopardi”. Fu il pretesto col quale Mussolini soppresse la rivista.

Stefano Poma

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