Giovanna, la Pulzella ribelle

Cinquecentonove anni fa, il 30 maggio 1431, Giovanna d’Arco veniva arsa viva. Vestita con un lungo abito bianco, fu condotta nella piazza del Mercato Vecchio di Rouen, dove al centro, tra la folla attonita, una grande pira scoppiettava una lugubre sinfonia di morte.

Mentre l’Europa festeggiava l’arrivo del Quindicesimo secolo, che i chiromanti annunciavano come secolo nefasto, la Francia era assediata dal terribile esercito d’Inghilterra, nella serie interminabile di conflitti che gli storici chiameranno “guerra dei Cent’anni”. Le imprese belliche ebbero inizio nel lontano 1337. Dopo la morte senza eredi di Carlo IV di Francia, la Corona fu rivendicata dal re d’Inghilterra, Edoardo III, e Filippo di Valois, che la indossò fino alla morte, avvenuta nel 1350. Edoardo, pur rinunciando al trono, col suo immenso esercito sbarcò in Fiandra, si proclamò re di Francia e marciò verso Parigi. Iniziò così quel terribile conflitto che per centosedici anni insanguinò la parte occidentale del continente europeo. E, all’alba del Quindicesimo secolo, la situazione per la Francia risultava drammatica.

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Il nuovo re d’Inghilterra, Enrico V, nobile raffinato ed eccellente stratega la cui vita fu raccontata da William Shakespeare, nel 1415 sbarcò in Normandia, travolse l’intero esercito francese nella battaglia di Azincourt e occupò la parte nord-occidentale della Francia, mentre il suo alleato, il duca di Borgogna, entrava vittorioso a Parigi. L’intero Paese era nel caos e in ogni città scontri e sommosse facevano suonare il pesante rumore dei cannoni. Al re d’Inghilterra, che minacciava di prendere il possesso di tutta la Francia, si opponeva il re legittimo di Francia, il delfino, il principe ereditario Carlo VII, il quale vedeva il suo regno minacciato dall’ultimo attacco inglese alla strategica città di Orléans. Proprio mentre tutto sembrava perduto, nel marzo del ’29 una ragazzina di diciassette anni si presentò al delfino Carlo, per rivelargli un messaggio di Dio. Giovanna, figlia di un ricco contadino, Jacques d’Arc, nacque nel ’12 in un piccolo paesino della Francia orientale, Domrémy.

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La sua infanzia era trascorsa tra la vita domestica, il lavoro nei campi e le tante Messe che quotidianamente era solita ascoltare, tra l’invidia degli altri genitori, colpiti da tanta vocazione. A dodici anni, mentre pregava, una voce la impaurì; raccontò che quella calda e autorevole voce arrivava dalla sua destra, dalla chiesa del suo piccolo paese, la quale emanava una forte luce che sembrava avvolgerla, come a indicarle il suo importante futuro a servizio di Dio e del regno di Francia. Giovanna decise di prendere le armi e più volte scappò di casa, nella speranza di raggiungere l’esercito, ma veniva puntualmente rimandata indietro dagli ufficiali. Tuttavia quella voce, sempre più insistente, nel periodo più terribile per la Francia le ordinò di prendere la guida  dell’esercito francese, liberare la città di Orléans dall’assedio inglese, cacciare gli invasori e fare incoronare Carlo VII nella cattedrale di Reims. E Carlo, convinto dalla determinazione e dal coraggio di Giovanna, accettò. Le venne donato un possente cavallo nero, una spada e uno stemma nobiliare. Si tagliò i capelli a caschetto come un uomo e partì verso Orléans alla testa dell’esercito, mentre con eleganza agitava al vento la sua spada lucente. La Pulcelle, come veniva chiamata, liberò Orléans, sconfisse l’esercito inglese a Patay sulla Loira ed entrò vittoriosa nella città di Reims, dove Carlo venne incoronato re. Il nuovo sovrano firmò la pace con l’Inghilterra e Giovanna, che non volle smettere d’impugnare la spada, proseguì la guerra con un piccolo esercito a lei fedele.

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Venne arrestata l’anno successivo a Compiègne. Gli inglesi la processarono per superstizione (affermava di udire la voce di Dio), per scandalo (vestiva come un uomo) e per eresia (non si piegava alla volontà della Chiesa inglese). L’accusa principale, quella che porterà alla condanna, era quella di indossare abiti maschili. Per scampare al rogo Giovanna abiurò, giurando che non si sarebbe mai più vestita da uomo. Venne condannata a un lungo periodo di carcere e alcuni prigionieri, potendola osservare con abiti femminili, tentarono di violentarla. Rompendo il giuramento rimise gli abiti maschili e divenne così un’eretica relapso, ovvero un eretico che ricade nel peccato. Questa volta, secondo la legge ecclesiastica, il rogo era necessario. Due giorni dopo, il 30 maggio 1431, Giovanna, vestita con un lungo abito bianco, fu condotta nella piazza del Mercato Vecchio di Rouen, dove al centro, tra la folla attonita, una grande pira scoppiettava una lugubre sinfonia di morte.

Stefano Poma

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