Il naso di Cleopatra

Il ritratto di una donna affascinante, carismatica e brillante.

Più di duemila anni dopo la sua morte, avvenuta nel 30 avanti Cristo, la regina egiziana Cleopatra incombe ancora nell’immaginario popolare. Nonostante ciò che è noto della sua genialità e del suo fascino, nelle raffigurazioni moderne ciò che spesso viene messo in primo piano è l’idea che Cleopatra fosse una femme fatale. Oggi molti storici, sotto l’influenza di Sarah B. Pomeroy, esperta sul ruolo delle donne nel mondo antico, aderiscono alla teoria secondo cui gli sguardi di Cleopatra, per quanto piacevoli fossero stati, erano accessori alla sua considerevole intelligenza, lungimiranza e abilità strategica. L’immagine di lei come donna seducente deriva probabilmente da un racconto di Ottaviano Augusto per esasperare la sua rivalità e il conflitto con il collega romano Marco Antonio, che è stato ritratto come se fosse stato manipolato da una tentatrice straniera. Inoltre, la scelta di Cleopatra come bellezza malvagia ha convenientemente minimizzato la sua competenza e il suo significato di governante. Mentre lo storico romano Cassio Dione descriveva Cleopatra come “una donna di superba bellezza”, un certo numero di storici moderni l’hanno caratterizzata come non particolarmente attraente.

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Il biografo greco Plutarco, scrivendo circa un secolo dopo la morte di Cleopatra, presentò un quadro meno lusinghiero: “La sua bellezza, come ci viene detto, non era di per sé incomparabile, né tale da colpire coloro che la vedevano”. Plutarco, tuttavia, si affrettò a notare il “fascino irresistibile” di Cleopatra, la voce dolce e la sua persuasività. A parte questo, ci sono artefatti che attestano l’aspetto di Cleopatra. Uno dei più importanti, un busto in marmo risalente al terzo quarto del I secolo a.C., è ospitato nel museo di Altes in Germania, e la ritrae con indosso un diadema reale. Il suo viso è incorniciato da boccoli di capelli ricci e il resto dei suoi capelli sono raccolti in una crocchia dietro la testa. I suoi occhi sono a forma di mandorla e sebbene il suo naso sia prominente, i suoi lineamenti sono modulati delicatamente, riflettendo il suo fascino. I capelli di Cleopatra hanno uno stile simile su un altro busto in marmo, questo trovato in una villa sulla Via Appia nel 1784 e ora esposta al Museo del Vaticano. Anche su questo busto le sue fattezze sono generalmente morbide e le sue labbra piene. Il naso manca, ma la sua “impronta” sul viso suggerisce che era piuttosto grande.

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Un naso aquilino è la caratteristica più importante dei profili di Cleopatra sulle monete a lei contemporanee, le quali sono ampiamente tenute a dare la migliore rappresentazione del suo aspetto. Su alcune monete, il naso è meno marcato, le sue guance sono piene e il suo mento è piccolo, come nei busti di marmo. Su altre monete, specialmente quelle coniate da Marco Antonio, il suo naso è più pronunciato, la sua fronte si inclina largamente, il suo mento è appuntito e il suo viso è più mascolino. A Hollywood, Cleopatra è stata interpretata da una serie di attrici straordinarie come Elizabeth Taylor, Theda Bara, Claudette Colbert e Vivian Leigh e William Shakespeare, nella sua commedia “Antonio e Cleopatra” incise indelebilmente il ritratto della regina con queste parole: “L’età non può appassirla, né l’abitudine rendere insipida la sua varietà infinita: le altre donne saziano i desideri che esse alimentano, ma ella affama di sé laddove più si prodiga: poiché le cose più vili acquistano grazia in lei”. Nel suo romanzo Cleopatra (1889), H. Rider Haggard era più diretto nella descrizione della regina: “Poi guardai quel viso che sedusse Cesare. Osservai i lineamenti greci impeccabili, il mento rotondo, le labbra carnose e ricche, le narici cesellate e le orecchie modellate come conchiglie delicate. Vidi la fronte bassa, ampia e adorabile, i capelli scuri e crespi che cadevano in onde pesanti che scintillavano al sole, le sopracciglia arcuate e le lunghe ciglia piegate. Lì davanti a me c’era la grandiosità della sua forma imperiale. Lì bruciavano gli occhi meravigliosi, simili alla viola cipriota”.

Federica Bellagamba

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