Gli omicidi di Jack lo Squartatore

Centotrentadue anni fa, il 3 novembre 1888, nel quartiere Whitechapel di Londra, fu ritrovato il corpo mutilato di Mary Ann Nichols, l’ultima vittima di Jack lo Squartatore.

Jack lo Squartatore uccise almeno cinque donne, tutte prostitute, nel quartiere Whitechapel di Londra, tra l’agosto e il novembre del 1888. Mary Ann Nichols  fu trovata senza vita e squartata il 31 agosto, Annie Chapman l’8 settembre, Elizabeth Stride e Catherine Eddowes il 30 settembre e Mary Jane Kelly il 9 novembre. Tutte le vittime, tranne una, furono uccise mentre si prostituivano per strada. Jack tagliava le gole delle sue vittime e i loro corpi risultavano solitamente mutilati in un modo che indicava che l’assassino aveva una certa conoscenza dell’anatomia umana. Un giorno la metà di un rene umano, estratto da una vittima, fu inviato alla polizia. Le autorità ricevettero una serie di insulti da parte di un uomo che si firmò Jack lo Squartatore, e che si presentò come l’assassino. Furono fatti numerosi sforzi, talvolta curiosi, per identificare e intrappolare l’assassino, il tutto senza alcun risultato. Un grande clamore si sollevò tra la pubblica opinione, riguardo l’incapacità delle autorità di trovare e arrestare l’assassino. Il segretario il commissario di polizia di Londra si dimisero.

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I casi di omicidi seriali erano molto più rari allora di quanto lo siano oggi e Jack lo Squartatore fornì temi per numerose opere letterarie e drammatiche. Forse la più notevole fu il romanzo horror The Lodger (1913) di Marie Adelaide Lowndes, il quale ha ispirato numerosi film. Sono stati pubblicati più di cento libri sul caso, molti dei quali offrono congetture sulla vera identità dell’assassino e sulle circostanze che circondano i crimini, incluso che gli omicidi facevano parte di un complotto occulto o massonico e che la polizia stava coprendo dei colpevoli di spicco, forse anche membri della famiglia reale. Molti di questi libri, tuttavia, si basano su documenti apocrifi. I siti degli omicidi affascinano tuttora l’immaginario collettivo e sono diventati il ​​luogo di una redditizia, seppur macabra, industria turistica.

Federica Bellagamba

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