L’amante di Dostoevskij (seconda parte)

Il viaggio in Europa, gli eventi che ispirarono Dostoevskij per i romanzi “Il Giocatore” e “L’idiota” e il rifiuto di Polina al matrimonio.

Tre anni dopo l’incontro, nel 1863, decisero persino di viaggiare assieme in Europa, ma per problemi inerenti alle vicende antiche di reclusione, Dostoevskij non poté partire nell’immediato con Polina, che trepidante aveva subito raggiunto Parigi. Ottenuto il passaporto con l’aiuto della Società degli scrittori e incassato l’asprissimo episodio della chiusura della sua rivista Vremja, che le autorità avevano ostacolato per un articolo sulla questione polacca, ebbe modo di partire solo quindici giorni dopo la partenza di Polina. Al suo arrivo, la ragazza gli apparve sorpresa negativamente e delusa. “È tardi”, si sentì dire. In realtà, Polina lo aveva informato con una lettera sugli avvenimenti in sua assenza; lettera che lo scrittore non ricevette prima della partenza e che dunque, non lo aveva preparato alle circostanze. Ella s’era innamorata di uno studente spagnolo di nome Salvador, piacente e ricco, che aveva mostrato curiosità nei confronti della complessa Polina.

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Di fronte allo sconcerto e al patimento dello scrittore, Polina fu aggressiva e accusò Dostoevskij di non esser capace di amarla completamente, adducendo una questione estranea alla vicenda – l’ancora presente legame matrimoniale con Marija Isaeva. Tuttavia, quando il giovane studente perse gli entusiasmi per Polina, ella cercò di ricucire un’amicizia con lo scrittore, che intanto aveva interiorizzato duramente l’evento doloroso. Intrapresero un viaggio in Italia e in Germania, nonostante la sofferta convivenza tra i due, in un costante duello spirituale che, di tanto in tanto, lasciava spazio alle sembianze della passione iniziale. Polina esacerbava la sua spigolosità e il suo egocentrismo mostrandosi sprezzante anche verso il lavoro di scrittura di Dostoevskij; questi, invece, riprese ardentemente il vizio del gioco d’azzardo, che assieme alle già presenti difficoltà finanziarie, lo spinse a spigolare prestiti presso sue conoscenze fidate e persino presso la stessa Polina, che impegnò alcuni suoi gioielli. I romanzi Il Giocatore e L’idiota accoglieranno il riverbero di questi eventi ma soprattutto la ricostruzione, precisa ed ampliata, della figura della giovane donna. La stoccata finale – della relazione, non già della corrispondenza epistolare – ebbe luogo nel 1865, anno in cui l’impedimento fisico addotto tempo prima da Polina, la prima moglie dello scrittore malata di tisi, scomparve; Dostoevskij tentò tutta la sua “fortuna” proponendo il matrimonio a Polina, ma ella rifiutò, ricca di superbia, sgombra di passione.

 

Mariele Gioia Papa

Qui, la prima parte.

Domani, su L’Universale, la terza e ultima parte del racconto. 

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