Un libro al giorno: La donna in Cina

Le donne cinesi, per secoli, sono state considerate inferiori, semplici fattrici di una discendenza possibilmente maschile. Le capacità delle donne sono state imprigionate e bloccate da segregazioni, pregiudizi e sofferenze, che tutt’oggi proseguono nelle zone più remote dell’enorme Paese asiatico.

In questo libro affronteremo e analizzeremo il ruolo della donna in Cina nei diversi periodi storici, dal periodo Imperiale fino ad oggi. La posizione della donna non è stata sempre la stessa nell’immenso paese asiatico. La civiltà cinese si è sviluppata meno dogmaticamente e più pragmaticamente di altre e va ricordata, infatti, la grande capacità sincretista che i cinesi hanno sempre avuto di trasformare le ideologie ed adattarle alle necessità pratiche della vita sociale quotidiana. L’ideologia in Cina era soprattutto un fatto di élite, interessava la classe dominante e pertanto era limitata ai grandi e medi centri urbani. La separazione rigida dei sessi codificata dai confuciani avveniva in modo abbastanza rigoroso, soprattutto nelle città. In molti paesi in via di sviluppo, salvo rare eccezioni, le donne sono ben lontane non solo dall’aver raggiunto la parità con l’altro sesso, ma anche dal vedere loro riconosciuti i più elementari diritti di essere umani.

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La condizione della donna nella civiltà cinese è stata oggetto di grandi variazioni. In generale, possiamo affermare che prima del periodo di Confucio beneficiò di un certo rispetto. La Cina di allora era famosa per l’importanza che dava alla vita famigliare. La ragione di ciò è da ricercarsi nel fatto che la madre cinese costituiva l’asse attorno al quale ruotavano tutti i membri della famiglia stessa. La donna era, per di più, la sorgente dell’esistenza della famiglia e rappresentava, a questo titolo, l’autorità familiare. Nella Cina antica, quella più misteriosa e sconosciuta, infatti, l’individuo portava il nome della stirpe materna (matrilinea) e non paterna (patrilinea): il sistema d’identificazione era dunque matriarcale.

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Gli storici attribuiscono l’origine dei problemi, per la donna cinese, all’avvento del regime feudale, durante il quale la sua condizione si deteriorò tragicamente. Abbassata ad un rango subalterno, la donna conobbe così tutti i tormenti dell’umiliazione e del disprezzo. E, parlando di donne cinesi, bisogna abituarsi a una duplice visione: da un lato molto positiva – le donne sono, a volte e a seconda delle varie condizioni sociali ed economiche, adorate e adulate – dall’altro negativa, in quanto le donne sono considerate inferiori agli uomini, tanto da animare una forte componente pessimistica, come racconta la scrittrice americana Elaine Barbieri: “L’educazione di tutte le giovani cinesi tende ad inculcare loro l’amore per la riservatezza, la modestia e il silenzio. Sono anche incoraggiate a coltivare piacevoli talenti, se sono nate ricche”.

Maria Lucia Cortis

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La donna in Cina