Un nemico dell’Italia: Vladimir Peniakoff

Combatté l’impreparato esercito fascista in Cirenaica e su quello che vide scrisse un libro, poco apprezzato anche dalla successiva Italia democratica.

L’Italia, durante la seconda guerra mondiale, ha avuto un nemico accanito, irriducibile, pronto a tutto pur di combattere e sconfiggere l’esercito fascista di Mussolini: il colonnello Vladimir Peniakoff. Oriundo polacco, era nato in Belgio. Quando la guerra da parte italiana scoppiò, nel giugno del 1940, si trovava in Egitto, in qualità di industriale zuccheriero. L’attacco italiano in Egitto non fu di suo gradimento e decise di arruolarsi con gli inglesi. Conosceva perfettamente il deserto cirenaico, gli arabi e i loro costumi. Dopo fatte le prime prove, ottenne il comando di un reparto speciale, il Long Range Desert Group, nel quale erano arruolati duecento uomini, con l’incarico di intervenire in territorio nemico con colpi di mano e razzie.

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Diventò presto popolarissimo tra le forze inglesi e siccome i soldati inglesi non riuscivano a pronunciare facilmente il suo nome, egli finì per diventare Popsky; e il suo reparto, un po’ per scherzo, fu ribattezzato Popsky’s Private Army. Dall’Africa, Peniakoff passò in Sicilia e dalla Sicilia sul continente. Terminò la sua vita militare a Vienna, stabilendosi poi in Inghilterra. A Londra scrisse un libro, intitolato appunto Popsky’s Private Army, il quale vendette tantissimo. Quando morì, nei primi anni cinquanta a soli cinquantaquattro anni per un tumore al cervello, nessuno dei giornali italiani riportò la notizia della sua morte e gli alti comandi militari dell’esercito italiano, per questo, ringraziarono la stampa della Repubblica democratica.

Vittorio Scacco

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