Un libro al giorno: Maria Antonietta, un’austriaca a Versailles

Maria Antonietta possedeva ciò che sul trono vale più della bellezza e della classe, il contegno di una regina di Francia, tradito dalla Storia e dalla retorica della rivoluzione.

“Che mangino brioches”, si è sempre pensato che Maria Antonietta avesse detto alla folla che chiedeva del pane. L’ennesimo gesto di una sovrana che ancora oggi è portata a simbolo della rovina di un Paese grazie al suo lusso sfrenato, i cui sudditi sono stati salvati dalla rivoluzione francese. Ancora oggi, nei libri di Storia delle scuole medie e superiori, leggiamo di una Francia resa povera da spese folli e si racconta di una regina dedita allo champagne mentre il popolo moriva di fame. Eppure sono molte le testimonianze che, nel corso dei secoli, hanno chiarito che non sono state le scarpe di Maria Antonietta a impoverire le casse statali ma l’eccessivo entusiasmo dei ministri nel voler sostenere la rivoluzione americana. Oggi si sa che Maria Antonietta non pronunciò mai quella frase, che tagliò i costi di Versailles, e che, una volta tornata a Parigi, prese in mano il controllo degli affari di Stato al posto del marito.

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Si sa di lei che fu una grande estimatrice di Washington e tra le prime a rivalutare la figura di Rousseau, che leggeva con passione alle sue figlie piccole. Una raccolta di testi del filosofo fu data alle stampe, con la sottoscrizione di Benjamin Franklin e della stessa Maria Antonietta. La retorica della rivoluzione è stata analizzata a fondo, la sua strategia di false notizie e di linguaggio familiare, materno, appassionato, molto lontano dagli ideali razionali a cui siamo sempre stati abituati. Perché, dunque, si continua a dipingere degli avvenimenti come non sono stati? Un po’, probabilmente, per dare una giustificazione valida alla rivoluzione e a ciò che avvenne dopo. Un po’, anche, per pigrizia. Una buona dose è dovuta al fatto che si dovrebbe cambiare opinione e ciò è difficile. Ma i personaggi storici sono figli della Storia e, in quanto tali, vanno considerati e narrati nel loro contesto storico. Quindi in questi libri entriamo nella Storia per capirli, seppur per poco, con poche pretese. Perché la Storia, come diceva Borges, è ciclica e destinata a ripetersi; ciò che possiamo fare è capire.

Alessandra Busanel

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