L’Universale editore


La triste infanzia di Giacomo Leopardi

Duecentoventidue anni fa, il 29 giugno 1798, iniziava la triste e breve vita di Giacomoย Leopardi.ย La sua infanzia la passรฒ dalla sua Recanati alla crudele Roma, dalla fanatica Firenze alla fredda Milano, cittร  che lo rigettarono e lo ignorarono come fosse solo un topo di biblioteca, condizionati dallโ€™arroganza senza identitร  del primo Ottocento.

Nel Giugno del 1798 ebbe inizio la travagliata vita di Giacomo Leopardi, espressione tra le piรน alte del romanticismo e della poetica italiana. Nato da โ€œfamiglia nobile in una cittร  ignobileโ€, come definรฌ egli stesso la bella Recanati di quei tempi, fu sempre schernito e deriso dagli abitanti della cittร  che adesso reca dediche e targhe in ogni angolo della moderna cittadina marchigiana. Difficili erano le relazioni con il popolo, specialmente quando si apparteneva ad una famiglia aristocratica che al nome e al rango donavano una sacralitร  quasi divina. Strettamente legati al clero, i Leopardi sacrificavano allโ€™estetica solenne qualsiasi comoditร : nemmeno un angolo per un minimo di intimitร  era accettato; tanto che la particolaritร , data lโ€™avversione degli aristocratici del tempo per la cultura, nel palazzo leopardiano era proprio la biblioteca.

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Il conte Monaldo, padre di Giacomo, era un tipico nobile del โ€˜700 bardato di parrucca e spada, che diceva donasse il senso del decoro; coltivava per i libri una passione quasi maniacale, e per essi mandรฒ alla malora quasi tutto il patrimonio familiare. Fu salvato dalla marchesa Adelaide Antici, madre del poeta, sposata contro la volontร  dei genitori, che con rigore e avarizia sโ€™impossessรฒ e amministrรฒ i beni della famiglia; personalitร  bigotta, โ€œregalรฒโ€ precocemente al signore sette dei dodici figli nel nome dellโ€™estremismo cattolico; per il conte e lo stesso Giacomo rimase sempre โ€œuna benedizione divina ed un divino castigoโ€. In questo scenario di estreme ideologie religiose e insensati schemi aristocratici, il Leopardi formรฒ la sua cultura e la sua poesia. Rifuggรฌ gli studi religiosi tanto da qualificare il suo tutore, un gesuita spagnolo, come โ€œlโ€™assassino dei mie studiโ€, perchรฉ suo vero mentore e compagno fu proprio il padre. Rinchiuso nelle enormi stanze di palazzo Leopardi con lโ€™unica compagnia del Conte Monaldo, il quale non rinunciรฒ a plasmarlo a sua immagine e somiglianza, Giacomo lesse di tutto, con avarizia e in successione molto disordinata. Una vera e propria gioventรน passata a studiare, soprattutto perchรฉ non molto gli era concesso fare: solo al diciottesimo anno di etร  incominciรฒ ad uscire da solo, come da buona tradizione di famiglia.

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Non basta dire che i metodi di una educazione affabilmente coercitiva furono alla base degli studi estremi del giovanissimo poeta. In una letterina in latino indirizzata al padre del 1807, scrisse quasi come premonizione: โ€œerit gratius mihi studium, quam lususโ€ (โ€œlo studio mi sarร  piรน gradito delgiocoโ€). ย Portentosa era la vastitร  enciclopedica degli interessi del Leopardi fanciullo, altrettanto stupefacente dโ€™altro canto era la sua ostinazione e la sua aviditร  per gli studi. Il โ€œfiglio del conteโ€ non solo assimilรฒ i modelli ideologico-culturali del bigotto ambiente familiare, ma giร  lasciava intravede un certo pensiero indipendente. Una volontร  di volare libero e per proprio conto, una volontร  di volare alto, unโ€™intraprendenza culturale che Monaldo osservava con occhi sbalorditi e pieni di ammirazione, mentre in cuor suo immaginava giร  una fervente ascesa ecclesiastica per quel suo dedito figliuolo.

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Non conosceva la letteratura moderna, poichรฉ la biblioteca del padre si fermava alle prime decadi del โ€˜700; divenne, tuttavia, magistrale nella metrica greca e latina, tanto da riuscire a comporre delle vere e proprie imitazioni delle opere classiche da lui preferite. Innumerevoliย  furono i componimenti puerili stesi dal giovane Giacomo tra il 1809 e il 1810: esercitazioni e traduzioni (in particolare le Odi di Orazio), prose e versi in italiano e latino; attivitร ย  che testimonia unโ€™educazione letteraria di netta marca Arcadica: non elettiva o selettiva che corrispondesse ad unโ€™autonoma scelta di gusto, bensรฌ imitativa e scolastica corrispondente allโ€™arretratezza di ciรฒ che ย circondava il giovane poeta. Il giovane Giacomo non ebbe amici in gioventรน, unici suoi compagni erano i fratelli Carlo e Paolina; anche la madre condivise con lui solo rapporti educativi. Persino dopo la sua morte, agli ammiratori dello scomparso Leopardi che domandavano curiositร , Adelaide rispondeva โ€œche Dio lo perdoniโ€. Ispirato dalle letture โ€œenciclopedicheโ€ e dal proposito razionalistico di divulgazione della veritร  contro lโ€™errore delle antiche credenze, compone, in questi anni di gioventรน, il โ€œSaggio sopra gli errori popolari degli antichiโ€, scritto che mostra giร  la maturazione raggiunta nella scioltezza di scrittura e racconto; distribuita in diciannove capitoli, lโ€™opera รจ una galleria dettagliata di casi, spesso particolari,di superstizione pagana, derisi con tono ironico ispirato ad uno stile Voltairiano.

Gregory Marinucci

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