Mata Hari, l’Occhio dell’alba

Centoquarantaquattro anni fa, il 7 agosto 1876, a Leeuwarden, nel nord dei Paesi Bassi, nasceva Mata Hari. Ballerina e cortigiana, il suo nome è diventato sinonimo di intrigo e seduzione. Fu fucilata dai francesi con l’accusa di spionaggio in favore della Germania durante la Grande Guerra.

Figlia di un ricco negoziante di cappelli, Margaretha Geertruida Zelle frequentò il college a Leida. Nel 1895, a diciannove anni, sposò un ufficiale di origine scozzese dell’esercito coloniale olandese, il capitano Rudolph MacLeod e dal 1897 al 1902 vissero in Indonesia. La coppia tornò in Europa e dopo la separazione Margaretha iniziò la carriera di ballerina professionista nel 1905 a Parigi, con il nome di Lady MacLeod. Presto si fece chiamare Mata Hari, un’espressione malese che significa “Occhio dell’alba”. Alta ed estremamente attraente conosceva i balli delle Indie orientali. Appariva praticamente nuda in pubblico ed ebbe un successo immediato a Parigi e in altre grandi città della Francia, dove contò numerosi amanti, molti dei quali ufficiali militari. I fatti riguardanti le sue attività di spionaggio rimangono oscuri. Secondo un racconto, si dice che nella primavera del 1916 un console tedesco si sia offerto di pagarla per qualunque informazione potesse ottenere durante il suo prossimo viaggio in Francia.

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Dopo il suo arresto da parte dei francesi, riconobbe solo di aver dato alcune informazioni obsolete a un ufficiale dell’intelligence tedesca. Secondo le dichiarazioni che Mata Hari avrebbe fatto, aveva accettato di agire come spia francese nel Belgio occupato dai tedeschi e non si era preoccupata di informare i servizi segreti francesi del suo precedente accordo con Berlino. Aveva intenzione di garantire agli alleati l’assistenza di Ernest Augustus, duca di Brunswick-Lüneburg in Germania ed erede del ducato di Cumberland nella nobiltà britannica. I francesi iniziarono a sospettarla di doppiezza e il 13 febbraio 1917 fu arrestata a Parigi. Fu imprigionata, processata da un tribunale militare il 24 luglio 1917, condannata a morte e fucilata. Il governo tedesco la scagionò pubblicamente nel 1930 e il dossier francese che documentava le sue attività indicava la sua innocenza.

Federica Bellagamba

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