L’Universale editore


Il rapporto Chruscev

Sessantacinque anni fa, il ventitrรฉ febbraio 1956, durante il XX Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica il segretario Nikita Chruscev denunciava per la prima volta l’operato e i crimini di Stalin, dando il via al processo di destalinizzazione.

La mattina del 6 marzo 1953 le edicole vennero prese dโ€™assalto; i giornali di tutto il mondo titolavano a grandi lettere la notizia che giร  circolava da giorni, dalle buie birrerie della Germania Est ai frenetici fast food americani: โ€œStalin รจ mortoโ€. โ€œAlle 21,50 di ieri sera รจ morto a Mosca il compagno Giuseppe Stalin. I comunisti e i lavoratori italiani, in questโ€™ora del piรน grave dolore, inchinano le loro bandiere dinanzi al Capo dei lavoratori di tutto il mondo, al difensore della pace, al costruttore della societร  socialista, allโ€™Uomo che piรน di tutti ha fatto per la liberazione e per il progresso del genere umanoโ€, scriveva ยซlโ€™Unitร ยป. Palmiro Togliatti, segretario del PCI, alla Camera lo definรฌ โ€œun gigante del pensiero, un gigante dellโ€™azione. Col suo nome verrร  chiamato un secolo intero, il piรน drammatico forse, certo il piรน denso di eventi decisivi della storia gloriosa e faticosa del genere umanoโ€.

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Stalin morรฌ a settantatrรฉ anni, colpito da una emorragia cerebrale nella sua dacia di Kuncevo, facendo sprofondare lโ€™immenso Paese sovietico in un clima di profonda incertezza. Aveva guidato il piรน grande partito comunista del mondo per trentuno anni, in modo dispotico e senza scrupoli. Lenin, poco prima di morire, lo definรฌ un uomo โ€œrozzo, violento e incline al potereโ€. Nelle sue memorie, Winston Churchill raccontรฒ un fatto curioso, avvenuto quando i cosiddetti tre grandi si incontrarono a Jalta: โ€œRoosevelt andava a letto presto, mentre io e Stalin restavamo alzati fino a tardi gareggiando a chi bevesse piรน vodka. Sulle nostre conversazioni notturne tenevo un diario, ma una volta alzammo talmente il gomito che la mattina seguente non ricordavo piรน nulla. Chiesi il permesso a Stalin, annebbiato a sua volta, dโ€™interrogare lโ€™interprete. E lui: impossibile, lโ€™ho giร  fatto fucilare stamattina alle seiโ€.

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Il suo corpo fu imbalsamato, vestito in uniforme ed esposto presso la Sala delle Colonne della Casa dei Soviet, dove era giร  esposta la salma di Lenin. Al funerale parteciparono un milione di persone, le quali resero lโ€™ultimo omaggio al leader comunista per tre giorni e tre notti. Almeno cinquecento persone morirono, schiacciate dalla folla desiderosa di dare lโ€™ultimo saluto al capo rivoluzionario. La pesante ereditร  venne raccolta da Georgij Malenkov, per poi passare nel settembre dello stesso anno nelle mani di Nikita Chruscev; il Paese cambiava e dopo trentโ€™anni passati in un clima da caserma, i russi speravano in una nuova politica distensiva che in parte il nuovo segretario operรฒ: venne concessa unโ€™amnistia, vennero riabilitati i medici ebrei arrestati da Stalin nel โ€™51, accusati di ordire un complotto contro di esso, e il termine stesso โ€œstalinianoโ€ venne eliminato dal dizionario ufficiale della lingua russa. La destalinizzazione, la graduale distruzione del culto di Stalin era cominciata e trovรฒ il suo compimento durante il XX congresso del partito comunista sovietico.

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I lavori ebbero inizio il 14 febbraio โ€™56, a Mosca, e vi parteciparono i leader dei principali partiti comunisti. Togliatti, segretario di quello italiano, faceva parte della presidenza e, data lโ€™ammirazione che aveva sempre nutrito per Stalin, non avrebbe potuto immaginare di dover assistere a quello che fu il โ€œrapporto Chruscevโ€. Il testo fu letto dal segretario ai soli sovietici e fu, secondo i delegati stranieri, interminabile. Il lungo rapporto era composto da una requisitoria estrema nei confronti di Stalin, del suo operato e dei suoi crimini, partendo da quelli commessi giร  dal lontano โ€™24. Venivano raccontati i dissidi tra Lenin e Stalin con documenti inediti, venne violentemente attaccato il culto della personalitร  che il leader sovietico aveva costruito con la propaganda e veniva accusato il clima di terrore nel quale aveva fatto vivere il Paese. Chruscev riportรฒ che su 139 membri del Comitato centrale del partito eletti nel โ€™34, 88 furono arrestati e fucilati. Stalin, considerato un Messia quando ancรณra era in vita, venne presto dimenticato e bastarono tre anni per riuscire a seppellire il suo culto. โ€œEra intollerabile ed estraneo allo spirito del marxismo-leninismo esaltare una figura e farne un superuomo dotato di qualitร  soprannaturali al pari di un dioโ€, aggiunse Chruscev tra gli applausi dei russi; anche se, il grande monumento che ricorda Stalin nella sua cittร  natale, Gori, รจ ancora al suo posto.

Stefano Poma

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