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Elogio di Ponzio Pilato
Millenovecentottantotto anni fa, il 3 aprile dell’anno 33,ย Gesรน fu arrestato dai gendarmi romani mentre si trovava nel giardino di Getsemani; fu consegnato nelle mani diPonzio Pilato, il procuratore romano della Giudea, il quale tentรฒ fino allโultimo di salvarlo. Ma il popolo, interrogato, rispose lapidario: “Crocifiggilo!”.
La sera del 3 aprile dellโanno 33 colui che si era proclamato il Figlio dellโUomo, il Messia, fece preparare, in una modesta casa sulle colline di Gerusalemme, un banchetto pasquale, quella che lui sapeva essere lโultima cena. I suoi discepoli, gli apostoli, banchettavano adagiati su grandi tappeti ricoperti da colorati cuscini imbottiti di lana, passandosi di mano in mano il vino che traboccava da una pesante brocca di terracotta, mentre la brace rilasciava nellโaria un intenso odore di cedro. La pietanza principale era costituita, come da tradizione ebraica, da un giovane agnellino, cotto sul fuoco del camino. Uno dei dodici amici piรน intimi di Gesรน, Giuda, aveva rivelato al Sinedrio, lโorgano preposto alla gestione della giustizia, il luogo in cui si trovava quellโuomo che si riteneva il figlio di Dio, e che secondo le autoritร intendeva provocare una sollevazione contro Roma. Durante la cena, Gesรน informรฒ gli apostoli che uno di loro lo stava tradendo: โChi mangia il pane con me, tira una pedata contro di me. Perchรฉ uno di voi mi tradirร โ. Giovanni, lโapostolo piรน vicino a Gesรน gli domandรฒ chi fosse costui. โQuello al quale darรฒ questo pezzo di pane รจ luiโ, rispose porgendolo a Giuda, aggiungendo: โQuello che vuoi fare, fallo prestoโ.
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Giuda, imbarazzato, lasciรฒ la stanza. La compagnia, informata del tradimento dallo stesso Gesรน, abbandonรฒ Gerusalemme per dirigersi verso il giardino di Getsemani, dove Gesรน amava passeggiare la sera. Camminava inquieto e osservava i suoi discepoli, mentre il placarsi dei cinguettii annunciava lโarrivo della notte. โAndiamo, il mio traditore si avvicinaโ, esclamรฒ Gesรน, mentre Giuda precedeva i gendarmi romani tenendo in alto una fiaccola. โSalute a te, maestroโ gli disse mentre lo abbracciava. โAmico, perchรฉ mi tradisci con un bacio?โ, replicรฒ Gesรน mentre veniva circondato e catturato dai soldati. Pietro sfoderรฒ una spada, colpรฌ uno dei gendarmi e gli staccรฒ un orecchio. โLascia stare! Rispetta il destino che mi determina la divinitร โ, gli ordinรฒ Gesรน ormai in stato dโarresto. Scortato dai soldati lasciรฒ Getsemani, mentre le fiaccole proiettavano le loro alte ombre sugli alberi dโulivo. Davanti al Sinedrio, che gli chiedeva se era realmente il figlio di Dio, rispose: โSรฌ, lo sono. E presto questโuomo disprezzato lo vedrete rivestito di beatitudine ed elevato sopra le stelleโ. Il sacerdote che lo interrogava, agitando le sue lunghe braccio gridรฒ: โEgli ha bestemmiato Dio, che bisogno abbiamo di altre testimonianze? Egli merita la morteโ. Giuda, dopo questa condanna, restituรฌ i trenta denari che aveva ricevuto per tradire il suo maestro e si impiccรฒ.
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Gesรน fu consegnato nelle mani di Ponzio Pilato, il procuratore romano della Giudea. Pilato tentรฒ fino allโultimo di salvare Gesรน, e quando i sacerdoti gli comunicarono la condanna a morte lo mandรฒ a chiamare. Gli chiese se manteneva la sua posizione, se davvero avesse ancora intenzione, dopo quella condanna, di farsi passare per il re degli ebrei: โAllora ti spacci davvero per re, dato che parli del tuo regno?โ. โSe vuoi chiamarlo cosรฌ, sรฌโ, rispose Gesรน. Pilato lasciรฒ la stanza, si rivolse ai sacerdoti e disse loro di non aver trovato nessuna colpa in quellโuomo, ma essi non rividero la sentenza. Si rivolse allora al principe di quella regione, Erode, sperando nella sua clemenza. Erode rivolse parecchie domande a Gesรน, ma egli non parlรฒ. Fu rispedito nuovamente a Pilato, il quale non sapeva piรน che fare. Decise di farlo flagellare per poi rimetterlo in libertร , ma gli ebrei, insoddisfatti di questa condanna, insistettero per la pena di morte. Ma era il giorno di Pasqua, ed era tradizione che il governatore mettesse in libertร un condannato. Pilato si fece portare un prigioniero di nome Barabba, accusato di aver commesso ruberie e omicidi, nella speranza che il popolo non desiderasse mettere in libertร un assassino. Ma il popolo decise chi liberare: Barabba. E a quel punto, seguendo le leggi dello Stato, Pilato condannรฒ Gesรน alla pena che il reato di empietร comportava: morte per crocifissione.
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Antonio Gramsci, in un articolo del 1917 intitolato โElogio di Ponzio Pilatoโ, rivalutava la figura del procuratore, definendo il suo operato democratico, dato che esso, prima di decretare la sentenza, si appellรฒ al popolo e a lui chiese un giudizio su Cristo. โNon รจ un elogio paradossale. ร un giusto e necessario riconoscimento di meriti reali. Ponzio Pilato รจ la piรน gran vittima del cristianesimo, dellโodio religioso. Persuaso della innocenza di Gesรน Cristo, ne ha tuttavia fatto eseguire dai legionari romani la condanna capitale. Pilato ha avuto solo la colpa di eseguire scrupolosamente il suo dovere, di rispettare le sue attribuzioni. La coscienza moderna dovrebbe esaltare Ponzio Pilato. Dopo la caduta della romanitร la coscienza del giure si perdetteโ. โEra necessariaโ, concluse Gramsci, โla riabilitazione di Ponzio Pilato. Quanto piรน apparirร nella sua vera luce di magistrato ossequiente della legge, di rivendicatore della sua indipendenza, di solo interprete autorizzato e responsabile del codice dello Stato, tanto piรน apparirร spregevole la canea dei farisei e dei pubblicani che stridono irosamente: sia crocifisso, sia crocifissoโ. Marco evangelista, nel suo Vangelo, raccontรฒ il momento nel quale Ponzio Pilato ebbe colloquio col popolo, mentre affacciato al balcone dei suoi uffici chiedeva consiglio: โChe volete adunque che io faccia di colui che voi chiamate il Re dei Giudei?โ Ed essi gridarono: โCrocifiggilo!โ. E Pilato disse loro: โMa pure, che male vi ha fatto?โ. Ed essi gridavano ancora piรน forte: โCrocifiggilo!โ.
Stefano Poma
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