L’Almanacco de «il Caffè» – 1895: Wilhelm Conrad Röntgen, effettua la prima radiografia a raggi X.

Lo scheletro di una mano sinistra (della moglie) con una fede nuziale all’anulare apparve sulla prima radiografia della storia.

La mano era quella della consorte del fisico tedesco Wilhelm Conrad Röntgen. Qualche giorno prima, nel laboratorio di fisica dell’Università di Würzburg partendo dalle conclusioni di illustri suoi colleghi del calibro di Heinrich Hertz e Philipp Lenard, iniziò a dedicarsi allo studio dei raggi catodici.
Il 22 dicembre chiese la mano della moglie… in tutti i sensi! Gliela fece mettere tra il tubo catodico e lastra fotografica, e le raccomandò di stare ferma per quindici lunghi minuti, immobile. Il risultato fu la prima radiografia della storia. L’immagine riproduceva una a una le ossa della mano, sebbene un po’ annerite e non facilmente distinguibili nelle articolazioni tra loro, più l’anello al quarto dito, lasciato lì a posta, quasi come decorazione della figura, tanto che nella intestazione resterà immortalata la dicitura “Hand mit Ringen” (mano con anello).
Sei giorni dopo, Röntgen indirizzò una “comunicazione preliminare” alla Società Fisico-Medica di Würzburg dal titolo “Eine neue Art von Strahlen” (“Una nuova specie di raggi”).
Röntgen scoprì quasi per caso l’esistenza di raggi che – non conoscendone la natura –  denominò, provvisoriamente raggi-X, cioè sconosciuti. Nel 1901 vinse, per questo, il premio Nobel. Non sappiamo, in realtà, come la scoperta venne realizzata perché Röntgen nel suo testamento espresse il desiderio che tutta la sua corrispondenza scientifica venisse bruciata alla sua morte. Si sa solo che mentre conduceva ricerche sulla fisica delle scariche elettriche, utilizzando un cosiddetto tubo a gas residuo di Crookes (una capsula di vetro sottovuoto attraverso cui veniva fatta passare una corrente elettrica), vide scintille che generavano fluorescenza e un foglio di carta, sul quale era stata casualmente spalmata una soluzione al platinocianuro di bario, brillare di flebile luce. Quando mise oggetti di diversa densità tra tubo e foglio si rese conto che su quest’ultimo venivano evidenziate solo le ombre degli oggetti più densi interposti mentre quelli meno densi venivano attraversati senza lasciare traccia sul foglio. Si rese conto che solo il piombo riusciva a bloccare qualunque tipo di proiezione. Non brevettò mai la sua scoperta e, anche per questo, morì povero e vittima dei “suoi” raggi che, con ogni probabilità, gli produssero un cancro che lo uccise nel 1923.

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