L’Almanacco de «il Caffè» – 1888: Van Gogh si recide l’orecchio con un rasoio.

Un gesto di rabbia? Di disperazione? O l’esito di un litigio con l’amico carissimo Paul Gauguin? Nel corso degli anni le teorie sono state le più disparate.

 La sera del 23 dicembre 1888, ad Arles, Vincent van Gogh si tagliò un orecchio con un taglio netto usando un rasoio, lo avvolse in un foglio di giornale e lo fece recapitare a una donna, forse una prostituta di nome Rachel.  Ma secondo Bernadette Murphy, che alla storia dell’orecchio del pittore ha dedicato un libro sarebbe una cameriera diciannovenne il cui nome era Gabrielle.
Fu un gesto di rabbia, di disperazione (e poi per che cosa?), o l’esito di un litigio con l’amico pittore Paul Gauguin?
Si è sempre pensato però che la mutilazione avesse provocato una ferita relativamente piccola e avesse riguardato solo un pezzetto del lobo sinistro. Pare che in realtà si sarebbe trattato di una ferita ben più grave: il pittore si sarebbe asportato quasi l’intero padiglione sinistro. Un gesto di vero autolesionismo violento che precedette il suicidio, avvenuto due anni dopo. Ciò risulta da uno schizzo fatto dal dottor Felix Réy che medicò la ferita di van Gogh all’ospedale di Arles, ritrovato tra le carte negli archivi dello scrittore Irving Stone, che ha scritto la famosa biografia di van Gogh “Brama di vivere”. Nello schizzo, datato 18 agosto 1930, si vede chiaramente che il taglio riguarda gran parte del padiglione. Il disegno è esposto nell’esposizione «On The Verge of Insanity», al “van Gogh Museum” di Amsterdam, dedicata alla follia dell’artista.

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