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L’Almanacco de «il Caffè» – 1942: nasce un genio, Stephen Hawking.

È considerato una delle dieci persone più intelligenti di tutti i tempi: il suo quoziente d’intelligenza era pari a 160!

«Sono nato l’8 gennaio 1942, esattamente trecento anni dopo la morte di Galileo. Stimo però che quello stesso giorno devono essere nati circa duecentomila altri bambini. Non so se qualcuno di loro abbia in seguito manifestato un qualche interesse per l’astronomia».
Stephen Hawking, accademico, fisico, matematico e in generale fra i più autorevoli divulgatori scientifici mai esistiti oggi avrebbe festeggiato oggi il suo ottantesimo compleanno. Dai buchi neri al Big Bang, le sue teorie sulle origini e la meccanica dell’universo hanno rivoluzionato la fisica moderna, mentre i suoi libri best-seller hanno reso il campo ampiamente accessibile a milioni di lettori in tutto il pianeta.

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Si permise anche di criticare Einstein:  «Einstein sbagliò quando disse: “Dio non gioca a dadi”. La considerazione dei buchi neri suggerisce infatti non solo che Dio gioca a dadi, ma che a volte ci confonda gettandoli dove non li si può vedere».
Stephen Hawking, noto per i suoi studi sui buchi neri, la cosmologia quantistica e l’origine dell’universo, era quasi del tutto immobilizzato a causa di un’atrofia muscolare progressiva, una sindrome correlata alla SLA che gli fu diagnosticata quando era adolescente.
Fino al 1985 era ancora in grado di parlare, poi fu colpito da una grave forma di polmonite e per una tracheotomia perse l’uso delle corde vocali. Da quel momento cominciò a comunicare digitando le lettere sulla tastiera, mentre un sintetizzatore vocale leggeva quello che scriveva.

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Ma a causa dell’aggravarsi della malattia, perse anche l’uso delle dita, quindi trovò un nuovo metodo per comunicare, l’Acat (Assistive Context-Aware Toolkit), grazie all’aiuto dell’Intel, un sistema informatico basato sul movimento del muscolo della guancia, l’unico che Stephen Hawking era in grado di controllare. Un sensore a infrarossi montato sulla lente degli occhiali codificava il movimento della guancia, con cui sceglieva le lettere che un software mostrava sullo schermo.

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