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Da “Una giornata Particolare” a “C’eravamo tanto amati”. Sei anni fa ci lasciava uno degli registi più apprezzati. 

Nato a Trevico, in provincia di Avellino, da giovane si trasferisce con la famiglia a Roma, dove frequenta il liceo classico Pilo Albertelli. Già sui banchi di scuola, il giovane Scola mostra una grande predisposizione per il disegno e l’arte in generale, tanto che inizierà subito a collaborare con la rivista Marc’Aurelio, dove scrivono altri personaggi che avranno una certe importanza nella cultura italiana: Steno, Fellini, Ruggero Maccari, Giovanni Mosca e tanti altri.

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Nonostante cominci a frequentare la facoltà di Giurisprudenza, Scola continua a perseguire le sue passioni artistiche, che lo portano prima a collaborare con la Rai e poi a sedersi per la prima volta dietro la macchina da presa. È il 1964. da quel momento, inizia a lavorare con gli attori italiani più in voga: Alberto Sordi, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni, Sophia Loren…

Ettore Scola dietro la macchina da presa

È proprio con questi due che produce la pellicola Una giornata particolare, molto intima e profonda. C’eravamo tanto amati è un’altra opera molto apprezzata in Italia e all’estero, in cui recitano come protagonisti Vittorio Gassman, il già citato Manfedi e Stefano Satta Flores. Il film è capace di alternare momenti di commedia e malinconia, leggerezza e amarezza, attraversando un’Italia che faticosamente esce dalla Seconda Guerra Mondiale. Nel 1980, Scola dirige La Terrazza, forse una delle ultime grandi commedie all’italiana, in cui collabora con Gassman, Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni e Jean-Louis Trintignant. Anche in questo film, Scola concede il divertimento allo spettatore a caro prezzo, inserendo anche una bella dose di amarezza.

Scola con Alberto Sordi

Ettore Scola, che ormai era considerato uno dei più grandi registi italiani, si congedò da questa vita il 19 gennaio 2016.

 

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Autore

ste.poma84@hotmail.it

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