Un libro al giorno: L’entrata delle truppe in Roma

Centocinquant’anni fa, il 20 settembre del 1870, al mattino gli uomini di Cadorna avevano aperto uno squarcio che consentì ai primi bersaglieri di entrare a Roma; era la famosa “breccia di porta Pia”.

Il grande protettore di papa Pio IX e della Roma pontificia, Napoleone III, il due settembre 1870 veniva sconfitto a Sedan nella guerra franco-prussiana e fatto prigioniero. Il governo italiano sente che è arrivato il suo momento; sente che la lunga attesa, durata nove anni, per annettere Roma al regno d’Italia è finita e il sette settembre spedisce alle altre potenze una circolare nella quale rende nota l’intenzione di entrare a Roma con le armi in pugno, tutelando tuttavia la salute del papa e la sua indipendenza.

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Il 17 settembre il corpo di spedizione italiano, forte di cinquantamila uomini opposti ai tredicimila in difesa del papa, si apposta nei pressi di Roma e all’alba del venti sferra il primo attacco, con l’esercito di Vittorio Emanuele II che aprì il fuoco con pezzi di artiglieria sul tratto di mura fra porta Pia e porta Salaria. Alle 9:30 del mattino gli uomini del generale Raffaele Cadorna avevano aperto uno squarcio, una breccia lunga trenta metri che consentì ai primi bersaglieri italiani di entrare nella città eterna; era la famosa “breccia di porta Pia”.

Stefano Poma

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